STUPORE: LA 18° PAROLA NEL DICEMBRE DELLA GENTILEZZA
Stupore è la diciottesima espressione gentile di questo Dicembre. La grande meraviglia e sorpresa, tale da togliere quasi la capacità di parlare e di agire.
Essere capaci di stupirsi nella vita è indice di vitalità.
Lo stupore è l’antidoto all’automatismo che regna nella nostra epoca. Viviamo nell’epoca del tecnicismo dove non c’è tempo per lo stupore, per l’ascolto del dettaglio.
Questa è una di quelle qualità che mi hanno fatto riflettere nell’adolescenza.
L’adolescenza è il periodo più importante della nostra formazione. Periodo in cui osserviamo gli adulti, ciò che ci piace e che non ci piace di loro, e con lo scalpello definiamo la nostra identità come meglio possiamo.
In quel kit ricordo bene di aver messo un occhio di riguardo sullo stupore. Parola che, per altro, ha a che vedere col termine ‘stupido‘.
Io continuo a stupirmi. È la sola cosa che mi renda la vita degna di essere vissuta.
Oscar Wilde
Perché aprirsi allo stupore, significa sospendere la mente razionale e permetterle di meravigliarsi, di gioire di qualcosa. Significa non dare per scontato, ma fermarsi per provare un’emozione per qualcosa che si presenta dinanzi a noi.
Dunque, se essere stupidi significa permettersi di vivere momenti con lentezza e meraviglia allora ben venga qualche parentesi di stupidità.
In genere nei primi anni di vita abbiamo molte occasioni per stupirci. Nell’infanzia basta poco, una luce particolare, un suono, un volto. Tutto può evocare stupore agli occhi del bambino che sta conoscendo il mondo. In particolare le favole, i giochi. Infatti, nonostante abbiano già fatto lo stesso gioco tante volte, o sentito una storia raccontata più volte, desiderano ripetere l’esperienza, per continuare a provare la medesima emozione.
Esattamente lo stupore, che libera una scarica serotoninergica e quindi di piacere e gioia. In effetti è una cosa stupida, continuare a ricercare lo stesso stimolo ludico. Ma in questa stupidità c’è qualcosa di saggio, che i bambini possono insegnare agli adulti. Non occorrono stimoli così straordinari per stupirsi ed evocare lo stato di gioia. I bambini ci insegnano la semplicità nel sapersi sorprendere.
Se si perde la capacità di stupirsi si perde vitalità. Qualche volta permettiamoci di rallentare, permettiamoci un po’ di stupore.
E’ grande lo stupore con cui mi piace risvegliarmi in ogni nuovo giorno.
Mi piace stupirmi come la prima volta nel dirti che ti voglio bene, che mi piaci.
Ti ringrazio per lo stupore che mostri quando ti racconto un’impresa, anche la più semplice di cui mi sento soddisfatta.
Leggere lo stupore nei tuoi occhi quando ti chiedo di volerti dire una cosa in un orecchio e tu ti avvicini e io dico “Ti sono molto grata” è il dono più bello!
Ciao da Amal!